I compensi degli istruttori sportivi, che prestano la loro attività a favore di associazioni sportive dilettantistiche sono soggetti ad un regime fiscale di assoluto favore. Infatti, ai sensi dell'articolo 67 comma 1 lett. m del TUIR e dell'articolo 69 comma 2 del TUIR, i corrispettivi ricevuti sono esenti da tassazione fino alla somma di 10.000 euro l'anno (recentemente aumentato con la legge di bilancio 2018). Per un esame dettagliato di questo regime fiscale rimandiamo il lettore a questa pagina del sito.
L'associazione sportiva dovrà sottoscrivere con il suo collaboratore una lettera di incarico, che prevede una prestazione prevalentemente personale e a carattere non subordinato e non professionale. Ciò significa che i redditi ricevuti per tale attività non devono essere l'unica o la principale fonte di sussistenza del tecnico e che questo, nell'ambito della sua attività, non è subordinato ai dirigenti della ASD o ad altri responsabili.
Infatti, l'istruttore avrà piena autonomia nell'ambito dei programmi che verranno concordati con l'associazione e sarà libero di organizzare la sua attività con i soci. Dovrà comunque garantire determinati requisiti tecnici e dovrà dirigere personalmente l'attività sportiva. Sarà comunque libero di assumere altri incarichi per altre associazioni o enti.
La lettera di incarico dovrà specificare la durata del rapporto, l'attività svolta, le modalità, il luogo di svolgimento, le responsabilità dell'istruttore, i corrispettivi. Da precisare che anche l'istruttore sportivo è responsabile per lesioni o incidenti accusati dai soci, provocati da sua negligenza o imperizia.
Ogni anno l'associazione sportiva dovrà rilasciare una certificazione dei compensi erogati all'istruttore sportivo, che a sua volta dovrà rilasciare un autocertificazione che attesti l'ammontare complessivo delle somme ricevute per attività sportivo dilettantistiche.